Orologi antichi e moderni

Orologi antichi e moderni

Il trattato sulla meccanica di Erone, scritto tra il I secolo a.C. e il III secolo d. C. e le scoperte di Bisanzio (200 a. C.), costruttore di fontane con automi che rappresentavano animali nell’atto di bere, furono dimenticati per un migliaio d’anni, in occidente. Da questo testo però sono nati i moderni orologi. In oriente, però, mescolati con tecnologie provenienti dall’India e dalla Cina, diedero frutti sorprendenti. Nell’VIII secolo i Banu Musà, tre fratelli di Baghdad, matematici e scienziati, illustrarono vari sistemi bel Libro dei meccanismi ingegnosi.

Alcune macchine orologio sono rimaste celebri: come quella cui due convitati tenevano in mano una bottiglia e un bicchiere ciascuno. A ogni ottavo di ora (ogni 7′ e 30″) uno dei due versava da bere al compagno, che svuotava il bicchiere portandoselo alla bocca e poi abbassava la testa per ringraziare. Alcuni degli automi ricordano quelli descritti in un manoscritto redatto 2 secoli prima da un ingegnere andaluso di Cordova, Ibn Khalaf al-Muradi, il Libro dei segreti. Il testo descrive anche il funzionamento di automi.

Sono orologi molto complessi e alcuni di essi riproducono il moto dei pianeti. Altri sono “teatrini”, cioè scatole meccaniche in cui i personaggi si muovono per raccontare una storia» . Gli orologi sono tutti idraulici, funzionano grazie a un galleggiante che affonda lentamente in un recipiente, trascinando tutti gli ingranaggi. Segnavano le ore con l’emissione di una pallina metallica o con i movimenti degli automi.

Orologi tic tac e meccanici

Meraviglie tali non potevano lasciare indifferenti gli europei, che le conobbero grazie all’influenza araba in Spagna e in Sicilia. Secondo la leggenda, il filosofo Alberto Magno (1193-1280) se avrebbe costruito una testa capace di m parlare. Gli viene attribuita anche l’insovenzione del termine androide per definire esseri viventi creati dall’uomo. In Occidente, i primi automi comparvero però solo qualche decennio dopo: erano figurine mobili sui campanili delle chiese.

Il gallo dell’orologio della cattedrale di Strasburgo, del 1352, per esempio, usciva ogni ora, alzava la testa, allargava le ali e cantava tre volte. La meccanica europea si rimise in moto grazie a un’invenzione: l’orologio meccanico a scappamento. Il meccanismo serve a rallentare il moto iniziale di un ingranaggio e a renderlo costante nel tempo: una lamella sbatte contro ogni dente dell’ingranaggio mentre ruota (è questo il tic tac dell’orologio) e così lo rallenta.

Inizialmente, gli orologi si muovevano grazie a un peso che cadeva imprimendo all’asse un moto rotatorio, come le macchine di Erone. Ma nel XV secolo fu inventata la molla: se è rinchiusa in un involucro circondato da una ruota dentata, può far muovere molti ingranaggi. Questo meccanismo fu usato anche per gli automi: bastava costruire molle e ingranaggi molto più grandi per spostare un peso maggiore. Così sono nati i moderni orologi.